La meravigliosa nostalgia di Carlos Ruiz Zafòn
Oggi vi voglio parlare di un'autore che fino a poco tempo fa non avevo avuto l'occasione di leggere.
Complice una sfida della mia biblioteca cittadina e l'amorevole spinta di una certa persona mi sono convinto alla fine a leggere Marina, opera certamente emblematica di un autore che, devo ammettere, mi ha piacevolmente sorpreso.
Come mi è capitato molto spesso tra queste pagine non farò una cronostoria della figura che è stato Zafòn ma mi limiterò a delimitarne i contorni, il resto della ricerca la affido al vostro interesse personale.
Autore di successo mondiale, visse a partire dal 1993 a Los Angeles, dov'era impegnato nell'attività di sceneggiatore. Durante la sua vita collaborò regolarmente con le pagine culturali dei quotidiani spagnoli El País e La Vanguardia. Tradotte in oltre quaranta lingue, le sue opere hanno conquistato milioni di lettori e vinto numerosi premi in Europa, America, Asia, Africa e Oceania. Cominciò la sua carriera nel 1993 scrivendo e pubblicando fino al 1995 una serie di libri per ragazzi, comprendente Il principe della nebbia, Il palazzo della mezzanotte e Le luci di settembre. facenti parte, dal 2013, della Trilogia della nebbia.
Nel 2001 esordì nella narrativa per adulti con il suo quinto romanzo, L'ombra del vento, che, uscito in sordina in Spagna, ha conquistato col passaparola il vertice delle classifiche letterarie europee, diventando un vero e proprio fenomeno letterario: 18 milioni di copie vendute nel mondo (un milione e mezzo solo in Italia), acclamato come una delle grandi rivelazioni letterarie degli ultimi anni. Il libro è stato tradotto in più di 36 lingue, ottenendo numerosi premi internazionali, tra cui Premio Barry per il miglior romanzo d'esordio nel 2005.
Nel 2008 uscì per Editorial Planeta il secondo romanzo El juego del ángel. La tiratura iniziale di un milione di copie è stata accompagnata da una campagna mediatica e dalla vendita di 250 000 copie solo in Catalogna. Lo stesso anno uscì per Arnoldo Mondadori Editore la traduzione italiana del romanzo, Il gioco dell'angelo, mentre nel 2009 Marina, già pubblicata in Spagna nel 1999.
Nel 2010 uscì, sempre per Arnoldo Mondadori Editore, per la prima volta nelle librerie italiane, Il palazzo della mezzanotte, uscito in lingua spagnola nel 1994 con il nome di El palacio de la medianoche. La successiva opera, Il prigioniero del cielo (El prisionero del cielo), uscì in Spagna nel 2011.
Nel 2016 Arnoldo Mondadori Editore pubblicò Il labirinto degli spiriti (El laberinto de los espiritus), quarto libro della tetralogia del Cimitero dei libri dimenticati.
Morì a Los Angeles il 19 giugno 2020 all'età di 55 anni, in seguito ad un cancro al colon contro cui combatteva dal 2018.
Questo è ciò che brevemente si può trovare nella sua pagina di Wikipedia.
Ciò su cui voglio soffermarmi più nello specifico è l'atmosfera di cui riesce a pervadere i suoi libri.
Confrontandomi con chi ne sa di più di me su questo fantastico autore ciò che più ogni altra cosa esce dalle sue pagine è un senso di eterna nostalgia che colpisce Barcellona.
Tutto sembra sospeso in una città dai tratti eterei e incredibilmente veri.
Le persone che si aggirano tra i suoi palazzi trasudano emozioni nascoste, segreti ben celati e quel senso di inquietudine che riesci a percepire ma mai veramente toccare.
La narrazione ti calma ma al tempo stesso ti suggerisce che li, nascosto tra le atmosfere calde e rasserenanti di Barcellona si muove un'anima nera pronta a colpire chi non sia sufficientemente attento a non farsi cogliere impreparato.
Nessuno è al sicuro da questa città bella e dannata, dalle persone che appaiono serene ma che nella realtà dei fatti, hanno avuto le esperienze più terribili.
La stessa trama iniziata con un mistero apparentemente assurdo si fa strada ad una realtà orribile che non può che lasciare qualcosa nel lettore alla fine del suo viaggio.
Un senso di amarezza mescolata a nostalgia e ad un senso di perdita che permane anche a distanza di giorni dal termine della lettura.
Le mie riflessioni si rifanno quasi completamente alla mia esperienza di lettura di Marina e alle mie conversazioni con persone che ne sapevano più di me su questo autore e che per questo avevano certamente una visione più ampia della faccenda.
La domanda finale che certamente tutti dobbiamo porci è la seguente:
Vale la pena leggere un libro di Zafòn?
La risposta è si, decisamente si.
Ma bisogna farlo consci del fatto che una volta letto un suo libro nulla sarà più come prima, perché come tutti i più grandi scrittori, una volta finito un suo libro, non potremo fare a meno di essere cresciuti come lettori, come persone.
Grazie per avermi seguito fin qui.
Buona lettura!
Comments