Episodio 78 - Mission Impossible The Final Reckoning
- Matteo Marchi
- 20 giu
- Tempo di lettura: 4 min
Mission Impossible
Bentornate amiche e amici, in questo episodio parliamo dell’ultimo film di una lunga saga e di come proprio con questo capitolo si concluda, oggi parliamo di Mission Impossible The Final Reckoning, bentornati su Nitrato d’Argento.
Eccoci qui per un altro episodio del Podcast che parla di Film, Serie Tv e e Documentari. In tanti episodi ancora non avevamo parlato di una saga che giunge al termine, nella lunga storia del cinema è difficile trovare saghe talmente proficue di vantare una storia lunga trent’anni, il primo film infatti è del 1996, quasi trent’anni fa.
All’epoca il film si rifaceva nel nome e nella intro iniziale ad una famosa serie tv omonima del 1966.
In questo ultimo capitolo troviamo Ethan Hunt alle prese con un pericolo di livello globale, con una IA che minaccia il libero arbitrio del mondo e lo fa con armi devastanti.
L’elemento interessante di tutta la storia però secondo me non è tanto la trama in sé, che questa volta non voglio ripetervi come faccio di solito, in questo caso ciò che effettivamente è importante sono le vibes di ciò che il film vuole lasciare, facendo tornare vecchie conoscenza, collegandosi direttamente con i primi tre film della saga, chiudendo il cerchio in una maniera interessante e non banale.
La storia in sé nei mission impossible è circa sempre la stessa ma questo non sembra aver mai fermato Tom Cruise e compagni dal regalarci ore di svago e di brividi, vuoi per la passione frenata di Tom Cruise nel fare lui stesso gli stunt, con buona pace di produzione e regia che ogni volta perdono dieci anni di vita nel rischiare di perdere l’attore di punta di una saga che senza di lui probabilmente venderebbe poco, vuoi perché alla fine in questi trent’anni ci siamo affezionati a quel mondo di intrighi sul filo del rasoio che hanno dato la possibilità a davvero un grande gruppo di attori incredibili di poter regalarci interpretazioni memorabili.
Insomma, che lo si ami o lo si odi è inutile negare che il brand di Mission Impossible ha saputo ritagliarsi una discreta fetta di pubblico che tutt’ora lo ama e che è disposto a spendere soldi per andare al cinema e vederlo.
E Mission Impossible è certamente un film da vedere al cinema, solo li si riesce ad immergersi completamente nei paesaggi incredibili, scalare altissimi grattaceli, scendere nelle gelide profondità nel mare antartico e aiutare, almeno dal punto di vista emotivo, il nostro protagonista, l’inafferrabile e indistruttibile, ma tuttavia umano e fragile, Ethan Hunt.
Questo film, cerca, e ci riesce, di dare una fine a tutto questo, non punta sulla nostalgia, anche se il percorso del protagonista ogni tanto sembra puntare verso quella linea, e ci conduce diretti verso il finale, lasciandolo aperto quel tanto che basta per poter fare una svolta e nel caso tornare sui propri passi nel caso il film vada molto bene e si cambi idea su quel finale di serie di cui si è tanto parlato.
Gli attori funzionato tutti bene, inutile dire che qui l’alchimina tra tutti i personaggi, in particolare quelli che sono nella saga più a lungo è evidente, tra tutti Tom Cruise e Simon Pegg che ci trainano fino alla fine della storia in maniera fluida e divertente. Anche gli altri attori fanno il loro lavoro ma si dimostrano essere attori secondari e aiutano a mandare avanti la storia senza spiccare particolarmente, se non per sostenere e la recitazione dei personaggi principali.
La fotografia è uno dei punti forti del film, funzionando in simbiosi con le scene d’azione creano qualcosa di davvero interessante che cattura lo spettatore e lo tiene incollato allo schermo fino alla fine.
Anche la musica fa il suo lavoro, è inutile dire che questi due punti sono ampiamente rodati in questa saga e non aggiungono niente di più da quelli precedenti.
L’originalità invece delle scene d’azione, elemento cardine di tutti i film di Mission Impossible anche questa volta riesce molto bene e anche se al limite del realismo, ci sono delle cose che sono chiaramente impossibili da fare nella realtà, non ti puoi fare 500 metri sott’acqua in apnea, anche se fossi allenato e avessi una camera iperbarica semplicemente se risali troppo in fretta svilupperesti un’embolia che ti porterebbe alla morte.
Nel complesso il film è un’ottima conclusione di una saga davvero unica che è riuscita a proseguire in mezzo alle evoluzioni tecnologiche negli anni e che è riuscita a trovare una strada dove non tutte le grandi saghe sono riuscite a trovare una degna fine.
Il finale, come ho detto, è stato lasciato aperto, ma forse questa scelta non è dettata dal fatto che si voglia fare un altro seguito, quanto più lasciare l’idea che tutto il mondo di Mission Impossible sia in qualche modo immortale, al di fuori del tempo, e che, dopotutto, ci sarà sempre qualcuno pronto nell’ombra per evitare che il mondo cada nell’oblio.
Vi ringrazio per avermi seguito fin qui, spero di avervi incuriosito e di avervi spinto a dare una possibilità a questo film, i fan non ne resteranno delusi, e tutti gli altri passeranno un paio d’ore di svago. Vi invito a seguirmi sui vari canali, tra cui Spotify, Amazon Music e Spreaker, inoltre vi ricordo che tra le info del Podcast trovate un link al mio Blog dove potrete trovare tutti gli episodi trascritti per la lettura. Noi ci vediamo il prossimo venerdì, buon venerdì e buon fine settimana, io sono Matteo e questo è Nitrato d’Argento.
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