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Episodio 74 - Love, Death & Robots La quarta stagione

  • Immagine del redattore: Matteo Marchi
    Matteo Marchi
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

Bentornate amiche e amici, in questo episodio parliamo di una serie che ha stupito per originalità e tematiche, scopriamo insieme se questa quarta stagione ha tenuto fede hai suoi presupposti ed è rimasta quella di un tempo, oggi parliamo di Love, Death and Robots, bentornati su Nitrato d’Argento.

 

Bentornati a tutti, innanzitutto ci tenevo a ringraziarvi, gli scorsi episodi sono andati molto bene e questo più da ancora più motivazione nel portarvi in questo podcast tante altre novità.

Come sempre prima di entrare nel vivo dell’episodio di oggi eccovi un po' di informazioni utili.

 

Love, Death & Robots è una serie antologica di animazione per adulti prodotta da Joshua Donen, David Fincher, Jennifer Miller e Tim Miller per Netflix.

 

Ognuno degli episodi della serie è realizzato da un team di animatori differente e proveniente da diversi paesi. Gli episodi abbracciano vari generi, tra cui fantascienza, horror e commedia, tutti legati dalle tematiche dell'amore, della morte e dei robot. La serie presenta un cast corale che comprende Mary Elizabeth WinsteadGary ColeChris ParnellJohn DiMaggioChristine AdamsJosh BrenerNolan NorthSamira Wiley e Topher Grace.

 

Questa serie ha avuto fin da subito un interessante impatto su tutti gli spettatori, già il fatto che l’ordine cronologico degli episodi non fosse canoni ma venisse cambiato per ogni spettatori in base alle loro scelte all’interno del loro profilo Netflix e di quello che avevano guardato in precedenza aiutava ad alimentare una sorta di atmosfera metanarrativa che certamente aveva colto nel segno gli appassionati di fantascienza.

 

I primi episodi avevano la capacità di spaziare davvero attraverso tematiche uniche ed interessanti e lo stile grafico cambiava di volta in volta e per questo era difficile non riuscire a trovare neanche un episodio di proprio gusto.

 

Le tematiche andavano dalla fantascienza al fantasy a Lovecraft e tutto questo veniva fatto in un’ottica di aperta sperimentazione, insomma Love, Death and Robots aveva uno spirito pioneristico in stile festival indipendente e questo forse è ciò che più mi colpì allora.

 

Quello che mi sono ritrovato tra le mani in questa quarta stagione è qualcosa che mi ha costretto a mettermi a riflettere approfonditamente se ero io ad essere cambiato o se invece era proprio la serie che aveva perso quasi tutto il suo spirito pionieristico.

Dei dieci episodi presenti in questa quarta stagione ne ho trovati circa la metà davvero interesanti, alcuni proprio non sono riuscito a capirli, come l’episodio il collaborazione con i Red Hot Chili Peppers, che a parte l’interessante concept artistico, delle marionette del gruppo che suonano sul palco Can’t Stop in un mondo fatto tutto di marionette, di fatto non dice molto, figo come video musicale ma nel sunto niente che dia valore nel messagio che di solito la serie vuole dare, e lo sta dicendo un fan dei Red Hot.

 

Ci sono alcuni episodi degni di rilievo secondo me, come Il grido del tirannosauro che unisce una spettacolare grafica ad una storia di rivalsa davvero interessante, oppure Spider Rose che con la tematica della vendetta riesce a catturarci ma che alla fine ci regala però un finale scontato.

Anche Bestioni dell’isolato 400 sembra avere davvero un inizio interessante, dallo stile grafico sembra essere l’autore di uno dei miei episodi preferiti della serie Zima Blue, ma che alla fine anche qui sembra dare una conclusione meno forte rispetto alle altre sue opere, il design però è qualcosa di davvero unico.

Voglio citare Così Zeke ha scoperto la religione, dove un bel design funzionale alla storia e non solo per il gusto di stupire riesce anche a narrarci le gesta di un gruppo di soldati che durante la seconda guerra mondiale incappano in qualcosa di molto oscuro.

Quelli che però mi hanno colpito di più sono gli ultimi due episodi, Il complotto dei dispositivi intelligenti in cui con uno sguardo unico e molto originale ci viene mostrato il mondo attraverso i nostri elettrodomestici, l’episodio è in forma di intervista e tutto viene fatto in maniera comica e divertente.

L’altro episodio invece è Poiché può strisciare, una interessante sfida tra un gatto e Satana per l’anima di un poeta che con le sue capacità potrebbe grazie ad una poesia far cadere il mondo nell’oscurità.

Qui, in entrambi gli episodi sono riuscito a scorgere qualche elemento di originalità.

In generale sembra che questa stagione, più che sui contenuti narrativi abbia voluto concentrarsi più che altro sulla parte grafica, in quel caso non c’è davvero nulla da dire, ogni episodio è un piccolo capolavoro, ma sul lato narrativo ho notato più di una lacuna.

Qui non si tratta solamente del fatto che questa serie deve essere la fucina delle nuove idee per quanto riguarda la veste grafica, ci sono episodi davvero meravigliosi a livello narrativo nelle stagioni precedenti magari alcuni avevano meno bellezza dal punto di vista grafico ma nel complesso erano davvero delle idee ben riuscite.

In questo caso invece ho percepito una certa stanchezza nel presentare una nuova serie che forse si è cercato di far uscire troppo in fretta e senza crederci troppo. E questo è un peccato perché questa serie merita un attenzione in più.

 

Nel complesso la serie funziona e se avete visto quelle precedenti non potete perdervela, se invece non avete mai approcciato a questa serie vi invito ad iniziare dalla prima stagione e fidatevi che non resterete delusi, tra l’altro gli episodi come durata variano molto e se avete anche solo pochi minuti siate certi che troverete lo stesso qualcosa da guardare.

 

Io vi ringrazio per avermi seguito fin qui, vi invito a seguirmi su spotify, spreaker, vi invito inoltre a dare un’occhiata al mio blog dove potrete trovare tutti gli episodi trascritti per i non udenti, noi ci vediamo qui venerdì prossimo, buon venerdì e buon fine settimana, io sono Matteo e questo è Nitrato d’Argento.


 

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