Bentornate amiche e amici, oggi voglio parlarvi di un film, parla di un killer che vive a Tokyo, nello specifico a Shinjuku, potete contattarlo scrivendo XYZ sulla lavagna della stazione, alcuni di voi avranno capito di chi sto parlando, il suo nome è Ryo Saeba ma forse voi lo conoscete come City Hunter, bentornati su Nitrato d’Argento.
Eccoci qui, devo ammetterlo, quando Netflix ha annunciato una serie tv su City Hunter il mio cuore mi è balzato nel petto come faceva da bambino quando leggevo gli omonimi manga di Tsukasa Hojo, autore tra le altre cose anche di Occhi di gatto e altri manga di successo.
Chi mi conosce sa bene quanto io sia legato a questo personaggio, Ryo Saeba è stato per me nella mia infanzia una figura di riferimento, era il classico eroe senza macchia e senza paura che combatteva il male. Ma era anche qualcosa di più, era un antieroe con un passato da killer che cercava in tutti i modi di nascondere il suo dolore dietro una maschera di impassibile cascamorto maschista, cosa che se avete letto almeno qualche volume saprete benissimo essere il più lontano dalla verità.
Ryo è un uomo buono, dalla grande apertura mentale, dimostrazione è che tra i suoi amici molti sono drag Queen e travestiti, frequenta ogni ceto sociale, dei barboni agli impiegati, mal sopportando i ricchi snob.
Ryo è questo e tanto altro, ma non sono qui per farvi un episodio approfondito sul personaggio, in questo caso rimando alla lettura del manga, scoprirete davvero un personaggio che vale la pena conoscere.
Oggi voglio parlarvi del live action prodotto da Netflix e uscito proprio in questi giorni.
La grande domanda è se effettivamente una produzione mastodontica come quella di Netflix è stata in grado di rendere giustizia alla serie di Tsukasa Hojo.
Cercherò di analizzare questa storia nel modo più obbiettivo possibile, l’adattamento che hanno voluto fare è una via di mezzo tra la storia originale e una rivisitazione più moderna.
Il film è interpretato da Ryo Saeba (Ryohei Suzuki), Hideyuki (Masanobu Ando), conosciuto per aver recitato in Sukiyaki Western Django, versione nipponica di Django di Tarantino in cui tra l’altro lo stesso regista ha una parte in cui recita, fratellastro della giovane Kaori Makimura (Misato Morita).
Tenendo presente che la saga originale era ambientata negli anni 90, la costruzione della storia tiene molto degli elementi chiave della saga e modernizza elementi come i cellulari.
Il film sembra quasi un remake della storia originale ma lo fa mantenendo molto degli elementi importanti, nonostante ci sia molto da raccontare sono riusciti a fare molto in breve tempo, probabilmente sarebbe davvero servita una serie come avevano annunciato all’inizio e non un film, riescono lo stesso a fornire un quadro complessivo di quello che City Hunter cerca di trasmettere.
Il problema del film è che probabilmente un non fan o banalmente qualcuno che non conosce la storia di City Hunter avrà diverse difficoltà a capirci qualcosa, quello mi fa pensare che forse questo film sia solo il primo di tanti che con i suoi personaggi voglia introdurre la storia agli spettatori.
La prova delle mie ipotesi viene supportata dal fatto che il finale lascia delle porte aperte e che l’assenza di alcuni personaggi importanti come Falcon e Miki non siano presenti.
Nel complesso questo film si presenta come un’interessante esperimento che considero superato, se non altro perché riesce a far fare un tuffo al cuore a noi vecchi appassionati e cerca di dare un nuovo indirizzo alla serie cercando di coinvolgere un nuovo seguito di fan, dal canto mio spero di vedere altri film di questa saga, spero di avervi dato un’idea più chiara su questo film.
Vi ringrazio per l’attenzione, vi consiglio di riascoltare i vecchi episodi se ancora non lo avete fatto e di iscrivervi al podcast, consigliate ai vostri amici il podcast se vi è piaciuto, noi ci rivendiamo il prossimo venerdì dove non so cosa dirò ma lo scopriremo insieme, buon fine settimana e buon venerdì, io sono Matteo e questo è Nitrato d’Argento.
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