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Episodio 103 - Sandokan La tigre è tornata

  • Immagine del redattore: Matteo Marchi
    Matteo Marchi
  • 12 dic
  • Tempo di lettura: 6 min

Bentornate amiche e amici, in questo nuovo episodio di dicembre che ci avvicina sempre di più al natale ho deciso di parlarvi di una serie uscita da poco che però ha smosso curiosità in tutta la popolazione italiana e molto probabilmente anche fuori Italia, sto parlando di Sandokan, il remake della serie del 1976, bentornati su Nitrato d’Argento.

 

Eccoci qui, non vi nascondo che attendevo questa serie con trepidazione e una buona dose di paura, ma come sempre, prima di iniziare a parlarne, ecco una breve sintesi.

 

Sandokan è una serie televisiva italo-francese basata sulla serie di romanzi d'avventura di Emilio Salgari con protagonista l'omonimo personaggio.

 

Borneo, 1849. Sandokan è un pirata che vive alla giornata, lottando per la sua libertà e quella della ciurma insieme al fedele amico Yanez de Gomera. La sua vita cambia quando, durante un'incursione sull'isola di Labuan, sede del consolato britannico, conosce la bella e indomita figlia del console, Marianna Guillonk, la “perla di Labuan”. È un incontro che segnerà il destino di entrambi, portando Sandokan a scoprire la sua vera identità e ad abbracciare una missione più grande e Marianna a capire il prezzo della vera libertà, molto diversa da quella che immaginava. Tra i due però si inserisce Lord James Brooke, formidabile cacciatore di pirati, pronto a tutto per catturare Sandokan e conquistare il cuore di Marianna.

 

Questa serie riprende in tutto e per tutto le atmosfere della famosissima serie degli anni 70 che tutti noi conosciamo bene e che ormai si è ritagliata un posto nel cuore di molti fan dei romanzi di Emilio Salgari.

Devo dire, come anticipato nella intro, che questa serie ha smosso in me sentimenti conflittuali, da un lato il me bambino smaniava per vedere le nuove avventure di Sandokan, chi mi conosce dal vivo sa che una parte del mio look lo devo proprio alla tigre della Malesia, un emblema di libertà e coraggio che certamente ha segnato l’infanzia di molti. Dall’altro però avevo paura che come ogni nuovo remake non fosse altro che l’ennesimo tentativo commerciale di monetizzare su un prodotto davvero amato da molti ma che forse era figlio di un periodo ben specifico della televisione.

 

Se c’è però una cosa che Stranger Things ci ha insegnato, e altre serie come lei dopo hanno avuto il coraggio di fare è che, se fatto nella giusta maniera, un remake può regalare sensazioni nuove senza essere fuori luogo.

 

Questo remake non dovrebbe essere guardato solamente come un remake dell’originale, che ovviamente per i fan dello sceneggiato con Kabir Bedi risulta inarrivabile, bisognerebbe invece cercare di vederlo con uno sguardo nuovo, un nuovo modo di narrare le gesta di Sandokan, e magari, avere una nuova spinta per rileggere o leggere per la prima volta l’enorme saga letteraria di questo personaggio che a conti fatti arriva alla cifra di 11 romanzi, giusto per farvi capire di quanta possibilità narrativa hanno queste serie se mai vorranno farne altre.

 

Ammetto di essere partito un po' prevenuto, il fatto che il protagonista di questa serie sia un attore con Can Yaman, cioè qualcuno che fino ad allora avevo visto recitare in soap dal dubbio gusto narrativo e con una recitazione piuttosto blanda, come sapete io dico le cose come stanno, senza cercare di addolcire troppo la pillola, mi aveva gettato in un certo sconforto, anche perché più ci penso, più mi rendo conto che molto probabilmente l’unico attore in grado di fare quel personaggio al momento è Jason Momoa, ma una produzione come quella di questa serie non poteva permettersi un attore così dispendioso.

 

Devo però dire che mi sono ricreduto, Can Yaman è credibile nelle vesti della tigre della Malesia, complice molto probabilmente anche l’ottimo doppiaggio di Adriano Giannini, voce di molti grandi attori, tra tutti Heat Ledger nel joker di Nolan, Joachin Phoenix in Joker, Tom Hardy in Venom.

 

Il punto più negativo dell’intera serie è però qualcosa di non trascurabile purtroppo ed è quello che ha fatto storgere in naso a molto non capendo perché. Ve lo spiego io, negli anni dei miei studi da doppiatore ho imparato un paio di cose sull’argomento. L’audio delle voce sovrasta in maniera innaturale il rumore ambientale e questo crea un effetto di straniamento nello spettatore e crea quell’effetto che io chiamo doppiaggio da serie tv da soap opera spagnola.

Di fatto è un mascheramento acustico che nelle serie viene usato per coprire i rumori ambientali in sottofondo catturati nella registrazione originale. Questo problema era dovuto una volta al fatto che le tracce audio che arrivavano in sala doppiaggio erano un’unica traccia e quindi non era possibile dividere il parlato dai rumori ambientali.

Questo problema risulta esserci ancora nelle serie con un budget molto basso perché per motivi di tempo e di denaro non si creano più tracce su cui lavorare singolarmente.

 

In questa serie però io non riesco a spiegarmi quale sia il problema, dalle scenografie, ai costumi anche agli effetti speciali, forse altra nota dolente vista l’agghiacciante tigre in CGI vista all’inizio del primo episodio, sembra che il budget sia discreto e quindi un problema di questo tipo sembra qualcosa di facilmente risolvibile.

Guardate io dico questo con una vena di dispiacere, questo è l’elemento che ha molte persone ha fatto dire, sembra una serie di serie b e non gli dò considerazione.

È un problema che nella visione complessiva può dare fastidio e occorre un po' di tempo che integrarlo nella visione e passare oltre, per immergersi bene nella storia, e questo in una serie così spinta dalla rai che ci ha riempito di hype negli ultimi mesi, non è perdonabile.

 

Analizzando invece la narrativa della storia, devo dire che la serie riesce a catturare l’interesse e a me personalmente ha ricordato tantissimo le atmosfere di Corto Maltese di Hugo Pratt, principalmente per il costumi e i paesaggi. Non è una cosa strana visto che lo stesso Hugo Pratt nella sua scrittura delle storie di Corto di ispirava ai romanzi di Salgari come di Stevenson.

 

Nel complesso la serie riesce, anche se con alcune difficoltà a riportare in vita un eroe che ci ha sempre regalato momenti di gioia, non riesce però, se questo era il tentativo, ad avvicinare i giovani alla figura di Sandokan, perché la sua impostazione da fiction rai, inevitabilmente risulta vecchia, e questo certamente ai più giovani, abituati ad una visione mordi e fuggi, impostata su serie più moderne, sicuramente fatica ad infilarsi in questo mondo.

 

La mia non è una critica a questa serie, anzi, delle due è più una critica a certe serie moderne che pur di catturare ascolti portano in piazza trame terribili con recitazioni ancora peggio, ma di questo forse parleremo in una puntata ad HOC.

 

Sandokan ci riporta ad una narrazione più semplice, più bambina, in cui potevamo credere che combattere per la libertà su un veliero fosse un’opzione migliore alla banalità che spesso nelle nostre vite si ripresenta giornalmente.

Tutti almeno una volta nella vita avremmo voluto essere sul veliero di Sandokan, a combattere per la libertà, la nostra libertà, in un mondo dove se ti ribelli al potere vieni etichettato come pirata, se vogliamo trarre un’insegnamento dalla tigre della Malesia è proprio questo, portare un po' di quel coraggio, di quella ribellione nel nostro mondo, di combattere il potere che ci vuole sudditi, di tirare fuori la tigre che è in noi, di portare la nostra nave verso lidi migliori, verso un mondo di amore e non di rabbia o vendetta.

 

Ma forse questo è solo ciò che ci vedo io, in fondo, se vogliamo guardarla dal lato tecnico questa serie riesce, anche se in modo difficoltoso, a riportare sul piccolo schermo il mondo di Emilio Salgari, una delle nostre grandi menti narrative, e lo fa con sguardo attento e un po' nostalgico verso un mondo che oramai pensavamo dimenticato.

 

In ultima vorrei spendere qualche parola per la versione rivisitata della mitica canzone degli Oliver Onions, ad opera dei Calibro 35, una versione che non snatura la versione originale ma che aggiunge quel tono di epicità che la rende più moderna.

 

Grazie per avermi seguito fin qui, spero di avervi dato qualche idea in più su questa nuova serie che ci accompagnerà per tutto il periodo natalizio.

Vi ricordo di iscrivervi al podcast se ancora non lo avete fatto, di seguirmi su Spreaker, Spotify e audible, inoltre è possibile trovare la trascrizione di tutti gli episodi per non udenti sul mio blog, trivate il link tra le info del podcast. Vi ringrazio per l’attenzione, vi auguro un buon venerdì e un buon fine settimana, noi ci vediamo qui la prossima settimana, io sono Matteo e questo è Nitrato d’Argento.


 
 
 

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