Episodio 82 - Squid Game 3 La fine dei giochi
- Matteo Marchi

- 18 lug
- Tempo di lettura: 7 min
Bentornate care amiche e amici, in questo episodio parliamo della fine di una delle serie più discusse degli ultimi anni, capace di monopolizzare l’attenzione di tutti grazie alla sua crudezza e alla fantasia con cui è riuscita a trattare temi forti e impegnativi, oggi arriviamo alla fine dei giochi di Squid Game 3, bentornati su Nitrato d’Argento.
Eccoci arrivati alla fine della corsa, prima di parlarvi di questa terza ed ultima stagione, voglio fare un paio di precisazioni, proprio per il fatto che questa è l’ultima stagione, voglio rompere un po' le usanze di questo Podcast e avvisarvi che farò spoiler, sono giunto alla conclusione che per potervi dare una recensione piena e coerente è necessario raccontarvi alcuni dei punti salienti.
Come un mio illustre collega però ho deciso di dividere la recensione in due parti, i primi minuti saranno privi di spoiler per darvi un parere generico nel caso non abbiate ancora visto questa terza stagione, ad un certo punto però, vi avvisero naturalmente, comincerò a spoilerarvi dei fatti, quindi, se ancora non avete visto l’intera serie vi consiglio di mettere da parte la seconda parte e riprenderla più avanti, in ogni caso, potete ascoltare gli episodi 47 aspettando Squid Game 2 e l’episodio 54 La seconda stagione di Squid Game, dove parlo rispettivamente della prima e della seconda stagione.
Ora finalmente iniziamo a parlare di questa stagione, la storia ovviamente riparte direttamente dove si era interrotta nella stagione precedente, con Gi-Hun che dopo aver fallito in tentato colpo di stato all’interno dell’edificio è costretto a veder morire il suo miglior amico, da questo punto in poi per buona parte della serie il nostro protagonista subirà una forte battuta d’arresto e la serie si concentrerà sugli altri giocatori e in particolare sui giochi, ecco questa di per se si dimostra essere una scelta giusta a metà, se è vero che questa terza serie si dimostra essere migliore della seconda, infatti qui il senso di “finale” si respira molto di più, nella seconda si vedeva che era una stagione di transizione, e questo l’aveva resa certamente più raffazzonata per certi versi, qui quasi tutte le puntate hanno un’ottima qualità narrativa e catturano lo spettatore per quasi tutto il tempo della visione.
Ci sono alcune scelte narrative, di cui però andremo a parlare nella seconda parte perché sono puro spoiler, che però risultano a tratti buttate lì o scritte male, in particolare la parte con la guardia che è interessata al futuro di uno dei giocatori, sembra all’inizio una interessantissima idea, mostrarci l’altra parte, ovvero come vivono le guardie e come vengono scelte, che però alla fine della fiera si dimostra un riempitivo che non porta da nessuna parte o quasi.
Il rapporto invece che si sviluppa tra Gi-Hun e il Frontman viene qui aumentato, le due personalità arrivano a collidere e in questa stagione c’è un maggiore approfondimento tra loro.
Nel complesso questa serie ci regala un bel finale, a cui però mancano parecchi approfondimenti delle storie laterali che in teoria si sarebbero dovute risolvere in questa stagione ma che però invece restano sospese e questo a parer mio è un dato negativo.
Inoltre la comparsa di giocatori mai visti andando avanti con gli episodi, quando quelli a cui ci ha abituato la serie spariscono o fanno una brutta fine, senza che questi vengano approfonditi un minimo è un difetto che in parte la serie si porta dietro dalla prima stagione, non è un difetto insormontabile ma con la serie finale divisa in due parti ci si aspettava un maggiore approfondimento.
Ora iniziamo con gli spoiler, uno dei grandi problemi della serie è il momentaneo crollo psicologico di Gi-Hun, mi spiego meglio, dopo la perdita del suo amico, il protagonista subisce una forte battuta d’arresto e per due episodi il nostro eroe risulta praticamente assente, questa precisa scelta stilistica mi ha fatto propendere verso la fine per una diversa lettura della storia, Gi-Hun infatti non è l’unico protagonista della serie, lo è anche il Frontman, ne è la prova la parte finale dell’ultimo episodio in cui lo vediamo occuparsi degli affari di Gi-Hun quasi con un rispetto ferreo verso l’uomo che quasi considerava un suo amico.
Tutta la struttura di prove psicologiche con cui il Frontman mette alla prova Gi-Hun non sono altro che un metodo per testare la sua volontà, ne è la prova il fatto che l’uomo mette Gi-Hun nelle stesse condizione in cui si era trovato lui quando ha vinto il gioco. Uccidere nel sonno gli altri concorrente per salvarsi la vita, lui lo ha fatto ed è diventato il campione, Gi-Hun pur consapevole di quello a cui andrà in contro se non fa la stessa cosa, decide di non farlo.
Questa scelta anche se all’apparenza banale per un eroe come Gi-Hun, nasconde il realtà un tranello mentale molto astuto, il Frontman da un lato vuole vedere se riuscirà a portarlo al suo livello, ma dall’altra spera in realtà nel suo buon cuore, il Frontman è una figura enigmatica che ci mostra che non tutti i cattivi sono bianchi o neri, ma sono frutto delle loro azioni passate.
Il vero personaggio negativo e davvero terribile di tutta questa serie è Lee Myung-Gi, il giocatore 333, padre della bambina nata dalla giocatrice 222, non esita ad uccedere chiunque gli si pari davanti pur di sopravvivere, sfruttando persino la figlia per influenzare gli altri giocatori.
A Myung-Gi non interessa nulla della sua ex ragazza, di sua figlia o degli altri, ciò che gli interessa è arrivare alla fine e vincere il premio, tanto che nemmeno Gi-Hun quando si ritrovano loro tre crede alle sue parole, ha paura che l’uomo una volta buttato giù lui, possa buttare giù la figlia.
Gli altri uomini che già sono terribili nel proporre di sacrificare una bambina appena nata per salvarsi sono lo stesso meno terribili dello stesso padre che prima sfrutta e poi cerca di uccidere il sangue del suo sangue.
Questa storia a parer mio è forse la più forte di tutta questa stagione, Gi-Hun, che nel suo sacrificio dimostra ai vip che gli esseri umani non sono tutti mostri che ucciderebbero gli altri per il denaro, lo fa con la consapevolezza di liberarsi dal gioco dei potenti, in un’azione anarchica e priva di secondi fini, un vero inno alla libertà individuale.
Ciò che invece non funziona in questa serie è davvero qualcosa che forse, con maggiore riflessione poteva essere evitato, in primis la scelta di usare la CGI per la creazione della bimba di 222, capisco il non voler stressare una bambina con la tensione sul set o con le scene di azione che potevano essere pericolose, ma come abbiamo visto più volte in vari film e serie tv, un buon montaggio può regalarci davvero delle emozioni e l’illusione della presenza di una bambina vero, primi piani con bambina vera, scena d’azione con bambolotto o CGI, non ci sono scuse.
Anche alcuni errori di continuity potevano essere evitati, nell’ultimo episodio quando il gruppo si trova sulla seconda torre è sono tutti in una situazione di stallo, ad un certo punto il gruppo di “cattivi” decide di menare uno dei loro a caso per trascinarlo sull’ultima torre e gettare già lui.
Di per sé l’idea non è un errore di continuity, più che altro è il modo in cui si svolgono le cose, tensione, inquadratura da un’altra parte, ripresa inquadratura sul gruppo e loro che lo menano, non è sbagliata l’idea sia chiaro, quanto l’esecuzione che buttata così sembra proprio un idea del cazzo perché a nessuno era venuta un’idea migliore, e da una serie ripeto, che ha voluto spezzare in due la storia, per voler avere i tempi giusti per dipanarla, non perdono neanche un errore, mi dispiace, capirei di più una serie che è stata fatta uscire in fretta per fare piacere al pubblico.
La parte del gruppo esterno che cerca l’isola funziona molto bene e mantiene una discreta varietà per staccare dalle atrocità del gioco e farci respirare un po'.
Nel finale, quando c’è un salto avanti di 6 mesi, e vediamo il Frontman consegnare la bimba di 222 a suo fratello, anche qui non viene approfondito nulla.
Il rapporto tra il Frontman e il poliziotto non viene approfondito, quello che sapevamo dalla prima stagione non viene arricchito da nulla e questo secondo me è un altro errore che poteva essere evitato, quando, nell’ultimo episodio, loro due si trovano faccia a faccia è solo per un breve istante e nulla viene detto, non dico una risoluzione, ma almeno qualche spiegazione in più avrebbe fatto piacere.
La mia paura è che tutte queste cose siano state omesse perché come sappiamo, nel finale di stagione, i giochi non sono terminati, ma anzi sembrano essere presenti in America, con un cameo di Cate Blanchett che svolge il ruolo di reclutatrice, con uno sguardo, che anche da chi la segue come me da tanti anni ed è un suo fan, mi ha inquietato profondamente.
Questo forse vuole tenere le porte aperte ad un eventuale approfondimento nella versione americana di Squid Game, che avrà alla regia David Fincher, autore tra l’altro di capolavori come Fight Club e Seven. Mi aspetto a questo punto di vedere nei panni del Frontman americano Brad Pitt, ma questa forse resterà solo una mia fantasia.
Nel complesso la serie, anche se con qualche errore, ci regala un bel finale, la conclusione di una storia durata anni che ci ha coinvolto e sconvolto, fatto discutere e mettere in discussione noi stessi, mostrato il vero volto dell’umanità, i suoi pregi e i suoi, tantissimi, difetti.
Il significato finale risulta essere piuttosto pesante ma davvero importante, ci lascia con l’amaro in bocca, Gi-Hun ha vinto contro il sistema a modo suo, ma il sistema alla fine ha solo spostato l’attenzione ad un altro paese, o forse c’era sempre stato, e forse, chissà, un giorno, girovagando per la mia Bologna, tra i vicoli del loro iconico arancio, vedrò due persone, una vestita tutta elegante, l’altra affaticata dagli schiaffi presi che giocano a Ddakji.
Grazie di avermi seguito fin qui, vi invito a seguirmi su Spotify, Amazon Music, Audible e in particolare Spreaker, vi invito inoltre a dare un’occhiata al mio blog, dove troverete la trascrizione di tutti gli episodi per non udenti, trovate il link tra le info del Podcast.
Noi ci vediamo venerdì prossimo, buon venerdì e buon fine settimana, io sono Matteo e questo è Nitrato d’Argento.



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