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Episodio 81 - Lie to me

  • Immagine del redattore: Matteo Marchi
    Matteo Marchi
  • 7 ore fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Bentornate amiche e amici, oggi voglio fare un salto indietro e parlarvi di una serie dal concept davvero originale, oggi parliamo di Lie to me.

 

Bentornati in questa calda estate che mette a dura prova il nostro fisico e ci fa rimpiangere l’inverno appena passato.

Tornando però a noi oggi vi voglio parlare di una serie uscita ormai tanti anni fa ma che in questo periodo ho ripreso in mano e ogni volta che la vedo mi colpisce per idea di base e interpretazione degli attori. Ma prima di parlavi di questa serie ecco una breve sintesi della trama:

 

Lie to Me è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2009 al 2011.

 

Realizzata dagli stessi produttori di 24, la serie vede protagonista Tim Roth nei panni di Cal Lightman.

 

Il dottor Cal Lightman è uno scienziato che studia il linguaggio del corpo e la mimica facciale, uno psicologo esperto della comunicazione non verbale ed infallibile nel capire quando una persona non dice la verità, il quale mette questa sua conoscenza al servizio della giustizia. Spesso collabora anche con l'FBI. È il fondatore del Lightman Group che dirige, aiutato dalla sua socia Foster e dai suoi collaboratori, tra cui Loker e Torres.

 

Questa serie mette in primo piano una cosa che prima di questa serie non era mai stata presa in considerazione, le micro espressioni facciali e l’elemento della psicologia collegata alle menzogne.

 

La storia e il personaggio del dottor Lightman sono ispirati agli studi del dottor Paul Ekman, psicologo studioso del comportamento umano ed esperto di rilievo sul linguaggio del corpo e sulle espressioni facciali, il quale ha assunto personalmente il ruolo di consulente scientifico della serie. Le tecniche utilizzate rispondono scientificamente ai nomi di cinesica, prossemica e semiotica.

 

La serie quindi non si basa sulla fantasia o la creatività degli autori ma su studi di psicologia veri e propri. Uno degli elementi interessanti della serie è che spesso per ogni espressione di uno dei personaggi che vediamo durante la storia vengono associate foto vere di personaggi pubblici veri, questo crea una vera e propria connessione con la realtà e stimola lo spettatore a saperne di più dell’argomento in questione.

 

L’interpretazione degli attori, in particolare di Tim Roth è qualcosa che eleva la qualità della serie, Tim Roth recita con la stessa qualità con cui reciterebbe in un film, la sua capacità recitativa è magnetica e riesce a catturare l’attenzione dello spettatore durante tutti gli episodi. È inutile negare che questa serie senza di lui perderebbe di quel mordente che l’ha resa caratteristica.

Senza nulla togliere però a tutti gli altri attori che lavorano davvero molto bene, da Kelli Williams che interpreta la dottoressa Gillian Foster, una psicologa esperta che prima di fondare con lui l’azienda lavorava in un dipartimento psichiatrico del Pentagono, quindi una figura dalle grandi capacità deduttive.

Brendan Hines, che interpreta Eli Loker è un ricercatore che ha deciso di non mentire mai e ha una visione della società molto particolare.

In ultima Monica Raymund è Ria Torres, un'ex agente della polizia aeroportuale, con un talento naturale molto spiccato nel riconoscimento delle microespressioni.

 

Tutti loro riescono con le loro capacità recitative a darci dei personaggi approfonditi e realistici, fatti non solo di azioni che vediamo sullo schermo ma anche di tutto un movimento emotivo interno che possiamo intravedere dalle espressioni, elementi cardine di tutta la serie.

Lo spettatore non è solo spettatore passivo di quello che succede ma durante la serie impara a riconoscere certi segnali.

La serie quindi è quasi educativa e alla fine di tutto lascia qualche spunto interessante, personalmente dopo aver visto questa serie mi sono appassionato al mondo delle microespressioni e sono andato a leggermi libri sull’argomento.

Credo che se una serie ti spinga ad andare oltre alla semplice visione della stessa e ti invogli ad approfondire l’argomento sia una serie che merita di essere vista e condivisa con gli altri e questo è già da solo un elemento per prenderla in considerazione.

 

La fotografia e la regia di per sé si allinea con lo stile delle serie tv di quell’epoca e non ha elementi particolarmente originali fatta eccezione per le cose appena dette.

 

Nel complesso la serie è davvero una perla unica nel panorama delle serie crime, unisce il giallo da risolvere con elementi psicologici degni di nota, il tutto condito da un’ottima recitazione.

 

Dare una possibilità a questa serie, potreste trovare qualcosa che non avete mai trovato in in altra serie e anche voi appassionarvi al mondo delle microespressioni.

 

Vi ringrazio per avermi seguito fin qui, vi invito a seguire il podcast sui vari social, Spotify, Amazon Music e Spreaker, vi invito in oltre a dare un’occhiata al Blog, dove potrete trovare tutti gli episodi del Podcast trascritti per non udenti, trovate il link tra le info del Podcast, noi ci vediamo qui il prossimo venerdì, buon venerdì e buon fine settimana, io sono Matteo e questo è Nitrato d’Argento.


 

 

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